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I Nomadi, ‘Torniamo a Sanremo dopo 35 anni’

I Nomadi, ‘Torniamo a Sanremo dopo 35 anni’
La prima e unica volta dei Nomadi al Festival di Sanremo risale al 1971: furono eliminati dopo la prima esibizione in coppia con Mal. La canzone si intitolava “Non dimenticarti di me”, ma gli organizzatori della manifestazione canora più importante d’Italia per molti anni si sono scordati del gruppo dell’indimenticabile Augusto Daolio e di Beppe Carletti, che ancora oggi lo guida.


Cosa ricordi dell’esperienza del 1971?
“Le difficoltà sul palco. Era tutto molto diverso, una prova e via, non c’era la professionalità di oggi. Anche l’attenzione dei mass media era differente. Il Festival era sì importante, ma in fondo circoscritto all’ambito musicale. Adesso Sanremo è soprattutto un fatto di costume, anche se è rimasta l’unica vetrina televisiva importante per promuovere la musica italiana”.

Cosa vi ha spinto a partecipare, ad accettare una gara dopo 40 anni di carriera?
“Sono sincero: abbiamo un nuovo disco da promuovere e non poteva capitarci occasione migliore. Noi non abbiamo mai snobbato il Festival. Più di una volta abbiamo cercato di partecipare. Nel 1982 saremmo dovuti essere presenti, poi all’ultimo momento Pippo Baudo ci ha lasciato a casa. Ci avevano invitati anche l’anno scorso, ma il disco era già uscito. Quest’anno ci hanno invitato di nuovo e abbiamo accettato volentieri. In fondo non abbiamo niente da perdere e due passaggi televisivi sono assicurati, meglio della prima volta. Forse non siamo i più adatti per il palcoscenico dell’Ariston, ma ci piace la possibilità di cantare dal vivo accompagnati da una grande orchestra”.


La vostra canzone si intitola ‘Dove si va’: di cosa parla?
“E’ la lettera di un padre al figlio sulla guerra che si combatte ogni giorno, quella delle difficoltà del vivere quotidiano. Anche prima di avere la conferma per Sanremo l’avevamo scelta come primo singolo del nuovo album. Ci hanno detto che è l’unica canzone non festivaliera, tutte le altre parlano d’amore”.

I veterani del rock vanno per la maggiore in tutto il mondo. In questo periodo sembra che soltanto chi ha 40 anni di carriera alle spalle sia in grado di vendere dischi. Avete fatto un pensierino anche alla vittoria?
“Alla vittoria non ci abbiamo proprio pensato. Sarebbe anche un bel casino, perché abbiamo già programmato il nostro consueto tour, più o meno 150 date come al solito, perché la nostra dimensione più vera è quella live, a contatto con la gente. Per questo il 1° marzo, quando il Festival si ferma per la partita della nazionale di calcio, abbiamo organizzato un concerto gratuito in piazza Colombo, a Sanremo. Tra le altre sorprese ci sarà l’inaugurazione della mostra itinerante con le fotografie più belle dei nostri primi 40 anni”.


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